“Giungono a Cittadinanzattiva Valle d’Aosta pesanti lamentele sulla gestione della Struttura di Variney, oggetto di recente ‘esternalizzazione’ in capo a una cooperativa proveniente da fuori Valle, ampiamente pubblicizzata dai competenti vertici di Ausl VdA e della Regione ma anche pubblicamente discussa da personalità di settore”. Inizia così la lettera aperta scritta (e condivisa dal Responsabile valdostano del Tribunale per i diritti del malato, Alessandro Fusaro) da Maria Grazia Vacchina, presidente di Cittadinanzattiva Valle d’Aosta, indirizzata al Direttore generale della Usl VdA, Massimo Uberti e all’assessore regionale alla Sanità, Carlo Marzi. La Struttura cui si riferisce la lettera è la ex microcomunità ora RSA di Variney a Gignod.
“Premesso che ‘nessuno è tenuto alle cose impossibili’ – scrive il vertice valdostano di Cittadinanzattiva – anche per quanto riguarda il primato indispensabile del servizio pubblico in campo sanitario (a garanzia di tutti e di ciascuno, soprattutto se appartenente a fasce deboli), preso atto quindi che una virtuosa alleanza tra pubblico e privato, soprattutto del terzo settore, può essere considerata e attuata come opportunità, spetta a chi assegna un servizio per gara non mirare (prima) soltanto al massimo risparmio e controllare (poi) che tutto si svolga a regola d’arte per quanto umanamente possibile, cosa che non sembra avvenire nel caso di specie”.
Vacchina spiega che “ci vengono segnalati decessi coincidenti con ritardi di giorni nell’ospedalizzare chi lamentava di star male e veniva liquidato come ‘persona agitata’, gravi conseguenze a rischio vita per analoghi meno reiterati ritardi nei confronti di persone competenti per pregressa attività lavorativa e quindi capaci di farsi valere. Insomma, sembra che si debba sperare sulla fibra forte dell’utente e non sulla competenza del personale reclutato dalla Cooperativa di riferimento. ‘Il Quadrifoglio’. E a poco serve pensare ai problemi di una struttura nata come micro comunità e divenuta poi RSA a seguito di altre chiusure quando è in gioco la vita”.
Infine, “un particolare non secondario perché passibile di responsabilità a termini di codice non solo civile: da verificare se risponde al vero il fatto che personale già appartenente a Cooperative valdostane e successivamente assorbito dalla Cooperativa assegnataria, forse non adeguatamente fornita di camici, userebbe quelli di passate dipendenze lavorative con conseguente grave danno di immagine a carico del terzo settore valdostano e relativa responsabilità di chi pone in essere o non controlla simili condotte”.
Cittadinanzattiva VdA chiede pertanto “adeguata cortese verifica con relativa sollecita informazione: anche al fine di evitare forme meno indolori di intervento e protesta”.