‘con il ricorso simbolico allo strumento penale, reprime la libertà di protesta, perfino nelle sue forme pacifiche’
“Il ‘Disegno di Legge sicurezza’ appena approvato dalla Camera dei Deputati si risolve in un gravissimo attacco allo Stato di diritto ed un gratuito accanimento nei confronti dei soggetti più vulnerabili”. E’ quanto sostiene Laura Liberto, coordinatrice nazionale Giustizia per i Diritti Cittadinanzattiva, sostenuta in Valle d’Aosta da Maria Grazia Vacchina (foto sotto), presidente di Cittadinanzattiva VdA.
“Un provvedimento – prosegue Liberto – che rappresenta l’apice della propaganda securitaria di questo Governo e che, con il ricorso simbolico allo strumento penale, reprime la libertà di protesta, perfino nelle sue forme pacifiche”.
Per Cittadinanzattiva “con una inutile moltiplicazione di reati e pene spropositate si sanzionano azioni di disobbedienza civile e forme non violente di manifestazione, prendendo di mira attivisti per l’ambiente, organizzazioni per il diritto alla casa, si puniscono le proteste delle persone detenute nelle carceri e delle persone migranti ristrette nei CPR. La previsione del carcere anche per le donne in gravidanza e per le madri con neonati al seguito è un arretramento gravissimo sul terreno della protezione dei diritti umani più elementari e rispetto alle battaglie che da anni abbiamo promosso per le madri detenute ed i bambini costretti a trascorrere i primi anni di vita dietro le sbarra”.
A completare il quadro, per Liberto “c’è la misura rivolta alle persone migranti extra UE, che vincola l’acquisto di Sim card al possesso del permesso di soggiorno, per impedire loro l’uso del cellulare. Contrariamente all’ispirazione e all’approccio di questo provvedimento, siamo convinti che la sicurezza dei cittadini passi anzitutto per il rispetto delle libertà e dei diritti fondamentali, a cominciare da quelli dei più deboli. Facciamo appello, quindi, a tutte le forze politiche dell’opposizione e a coloro che nella maggioranza non condividono l’approccio e contenuto del Disegno di Legge, per impedirne l’approvazione definitiva nel prossimo passaggio in Senato”.